Nuova Riveduta:

Isaia 22:13

ed ecco che tutto è gioia, tutto è festa!
Si ammazzano buoi, si scannano pecore,
si mangia carne, si beve vino.
«Mangiamo e beviamo, poiché domani morremo!»

C.E.I.:

Isaia 22:13

Ecco invece si gode e si sta allegri,
si sgozzano buoi e si scannano greggi,
si mangia carne e si beve vino:
«Si mangi e si beva, perché domani moriremo!».

Nuova Diodati:

Isaia 22:13

Invece ecco gioia e allegria, si ammazzano buoi e si scannano pecore, si mangia carne e si beve vino: «Mangiamo e beviamo, poiché domani moriremo!».

Riveduta 2020:

Isaia 22:13

ed ecco che tutto è gioia, tutto è festa! Si ammazzano buoi, si sgozzano pecore, si mangia carne, si beve vino. “Mangiamo e beviamo poiché domani moriremo!”.

La Parola è Vita:

Isaia 22:13

Non ci sono versetti che hanno questo riferimento.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Isaia 22:13

ed ecco che tutto è gioia, tutto è festa! Si ammazzano buoi, si scannano pecore, si mangia carne, si beve vino... 'Mangiamo e beviamo poiché domani morremo!'

Ricciotti:

Isaia 22:13

E intanto, ecco gioia e allegria d'ammazzare vitelli, scannar capretti, mangiar carne e bere vino: «Mangiamo e beviamo che domani morremo!».

Tintori:

Isaia 22:13

Eppure, ecco i godimenti, le allegrie, un ammazzar di vitelli e scannar capretti e mangiar le carni e bere il vino: «Mangiamo e beviamo, che domani moriremo».

Martini:

Isaia 22:13

Ed ecco tripudj, e allegrie, un ammazzar di vitelli, scannar capretti, mangiar le carni, e bere il vino. Mangiamo, e beviamo, che domane morremo.

Diodati:

Isaia 22:13

ed ecco allegrezza, e letizia; ammazzar buoi, e scannar pecore; mangiar carni, e ber vino, dicendo: Mangiamo, e beviamo; perciocchè domani morremo.

Commentario abbreviato:

Isaia 22:13

8 Versetti 8-14

La debolezza di Giuda appariva ora più che mai. Ora scoprivano anche la loro fiducia carnale e la loro sicurezza carnale. Si sono preoccupati delle fortificazioni. Si assicurarono dell'acqua per la città. Ma in tutti questi preparativi non tenevano conto di Dio. Non si preoccupavano della sua gloria in ciò che facevano. Non dipendevano da lui per la benedizione dei loro sforzi. Ogni creatura, infatti, è per noi ciò che Dio fa che sia; e noi dobbiamo benedirlo per questo e usarlo per Lui. Nel contendere con loro c'era un grande disprezzo dell'ira e della giustizia di Dio. Il disegno di Dio era di umiliarli e portarli al pentimento. Essi camminavano in modo contrario a questo. L'effettiva incredulità di un'altra vita dopo questa è alla base della sicurezza carnale e della brutale sensualità, che sono il peccato, la vergogna e la rovina di gran parte dell'umanità. Dio si è dispiaciuto di questo. È un peccato contro il rimedio e non è detto che se ne pentano mai. Che l'incredulità sia dovuta alla presunzione o alla disperazione, produce lo stesso disprezzo di Dio ed è un segno che l'uomo perirà volontariamente.

Riferimenti incrociati:

Isaia 22:13

Is 5:12; 21:4,5; 56:12; Am 6:3-7; Lu 17:26-29
Is 56:12; 1Co 15:32; Giac 5:5

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